Alle Final Four 90 mila persone al Camp Nou
Calcio e musica, la Kings League si conferma uno spettacolo rivoluzionario per il mondo del calcio, capace di unire, divertire e appassionare. Le finalissime si sono giocate allo stadio del Barcellona e lo stadio era strapieno.
I giocatori delle quattro squadre sono arrivati tutti sullo stesso pullman, accolti da una folla incredibile, con atmosfera da grandi sfide di Champions del Barcellona. Con Piqué sono arrivati al Camp Nou in elicottero e poi sono saliti su una golf car guidata dall’ex calciatore , i presidenti delle quattro finaliste.
Sul prato è stato disegnato un campo di calcio a 7, con i presidenti che avevano ognuno un proprio corner dal quale trasmettere in diretta le proprie emozioni. Perché si tratta di streamers con più o meno pubblico, che sono stati scelti proprio per le capacità di comunicazione. Ognuno sul proprio canale, tra Twitch e YouTube, e tutti per e con della Kings League.
Ma cos’è La King League?
“Un nuovo modo di intendere il footblall” si legge sul sito ufficiale della neonata manifestazione. Si tratta di un campionato di calcio a 7 che, in Spagna, sta raccogliendo tantissimi consensi: il 1° gennaio si è tenuta la prima giornata che, complice anche l’assenza di partite ufficiali in un giorno festivo e la contemporanea trasmissione dell’evento da parte dei principali streamer spagnoli, ha raccolto 15 milioni di spettatori, tre volte tanto quelli che hanno assistito alla 15esima giornata della Liga per fare un paragone. E’ stata lanciata anche la Queens League, ovvero l’equivalente femminile.
Per entrare in squadra bastava rispondere che consente a dei perfetti sconosciuti di condividere il campo con giocatori ancora in attività (come il ‘Chicharito’ Hernandez) e vecchie glorie (Iker Casillas e Ronaldinho, ad esempio). Ogni match è formato da due tempi della durata di 20 minuti ciascuno.
Nessun calcio d’inizio ma, come avviene nella pallanuoto, corsa verso il centro del campo per accaparrarsi il pallone. I rigori sono all’americana in stile hockey, mentre il VAR è a chiamata come nel basket.
Sempre per favorire lo spettacolo, le sostituzioni sono illimitate ma, una delle particolarità più interessanti, è rappresentata dalla presenza di alcune carte jolly: prima di ogni match se ne pesca una consente di accedere a preziosi vantaggi come la valenza doppia di un goal in un determinato lasso di tempo oppure la privazione di un giocatore (per la squadra avversaria) per due minuti. C’è anche la possibilità di avere a disposizione un rigore immediato.
A catturare l’attenzione del pubblico è stata la presenza di un calciatore con il volto coperto da una maschera da wrestler, ribattezzato ‘Enigma‘ poiché non si conosce la sua vera identità: si sa solo che è un professionista in attività nella Liga, che non aveva avuto il permesso di prendere parte alla Kings League dal suo club e dal suo agente.
Per nascondere al meglio indizi come eventuali tatuaggi o segni particolari, ‘Enigma’ gioca con una tuta nera al di sotto della divisa, ma ciò non ha bloccato la fantasia degli spettatori che lo hanno fin da subito associato ad Isco, Denis Suarez e Nano Mesa.