15 Ottobre 67: l’incidente che spense la vita di Gigi Meroni
La farfalla granata fu un calciatore estroso, mite e ribelle
L’ultimo gol della sua giovane vita Gigi Meroni lo aveva segnato su rigore qualche domenica prima, il 1 Ottobre 1967, nell’incontro tra il suo Torino e il Brescia. Partita finita con la vittoria del Torino per due reti a zero, una di Meroni, l’altra di Giorgio Ferrini. Il 15 Ottobre nell’incontro di serie A stagione 1967/1968 , Torino – Sampdoria pur non andando a rete il calciatore era stato fondamentale per quella vittoria del Toro per 4 a 2.
Finito l’incontro, lasciati gli spogliatoi il ragazzo che, in campo portava la maglia numero 7 come il calciatore di Belfast che tanto gli somigliava George Best, in compagnia del compagno di squadra Fabrizio Poletti, stava attraversando il corso Re Umberto, all’altezza del civico 46.
Il numero 7 e il numero 8 del Toro stavano percorrendo la prima metà della carreggiata. Vedendo sopraggiungere un’automobile, fecero un passo indietro e furono investiti da una Fiat 124 Sport Coupé che sopraggiungeva in direzione opposta; Poletti fu colpito di striscio, mentre Meroni investito alla gamba sinistra, fu sbalzato, cadde a terra nell’altra corsia e fu travolto da una Lancia Appia che lo centrò in pieno e ne trascinò il corpo per tanti metri.
Si spense qualche ora dopo all’ospedale Mauriziano.
Gigi Meroni: un calciatore estroso, mite e ribelle
La Farfalla Granata , ala destra, aveva come punti di forza la velocità e il dribbling imprevedibile. Caratteristiche che lasciavano sbalorditi i difensori avversari. Meroni era uno di quei calciatori che spesso cooreva per tutto il campo con il pallone tra i piedi fino a giungere a tu per tu con il portiere avversario.
Prese parte con la maglia della Nazionale ai Mondiali di Inghilterra del 1966. Per le continue divergenze con l’allenatore Fabbri, il calciatore giocò solo la seconda partita, contro l’URSS.
Si legge di lui nel libro di Nando Della Chiesa:
”Meroni è stato nel calcio il maggiore e forse l’unico interprete della domanda di libertà che ha investito l’universo giovanile negli anni Sessanta. Personaggio complesso: calciatore estroso, mite e ribelle, protagonista di un amore difficile e invincibile con una donna sposata, fino alla morte banale avvenuta quando aveva 24 anni. Gigi Meroni è il personaggio intorno al quale viene fatto ruotare lo scenario in movimento di una intera generazione, con i suoi idoli e le sue culture, anche musicali. È il punto di osservazione che, in un grande amarcord collettivo, consente di abbracciare la generazione che diventa adulta tra il ’62 e il ’67, tra il mito di Marilyn Monroe e Che Guevara”
Di Meroni ha detto Gianni Brera ”Era il simbolo di estri bizzarri e libertà sociali in un paese di quasi tutti conformisti sornioni.”
.